Da San Benedetto del Tronto a Fossombrone

Lunghezza: 290 Km

Tempo di percorrenza: 5 h

Durata: 1 giorno

Il percorso parte dalla costa marchigiana per arrivare tra amene colline.all’interno della provincia di Pesaro

Per chi lo desidera, Terra di Piloti e Motori fornisce assistenza sui pernotti in strutture ricettive convenzionate, comunicandolo la richiesta all’associazione in tempi congrui.

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La partenza è prevista dalla città di S. Benedetto del Tronto . San Benedetto del Tronto è anche la vera anima della Riviera della Palme, tra i viali e i giardini della città il lungomare cittadino è una vera oasi di tranquillità e benessere, poi la spiaggia, lunghissima, bandiera blu ininterrottamente dal 1999, il porto peschereccio più importante dell’Adriatico e la tradizione culinaria marinara che si esalta con il celebre brodetto alla sambenedettese, oltre ad essere un grande contenitore di storia, cultura e tradizioni, un luogo da visitare, gustare e tenere nel cuore, dove passare l’ultima serata e cenare in un locale tipico e gustare i prodotti del luogo.Qui possiamo visitare il Museo della civiltà marinara delle Marche, che è situato nel complesso del Mercato Ittico sanbenedettese e va ad aggiungersi ai già esistenti Museo Ittico e Museo delle Anfore dando vita al “Polo Museale del Mare”. Ultima sezione del polo museale è l’Antiquarium Tifernum che raccoglie numerosi reperti archeologici recuperati negli anni scorsi dall’Archeoclub locale, e documenti antichi che narrano la storia di San Benedetto del Tronto e dei comuni limitrofi dal Neolitico fino al 1400. Vale la pena fare  i centocinquanta scalini per salire sulla Terrazza del Faro, dove dall’alto si può ammirare tutta la città e il panorama circostante. Questo faro è il più importante e il più potente del tratto di costa che va da Ancona a Ortona, domina tutto dall’alto dei suoi 31 metri: una torre cilindrica che si staglia verso il cielo e proietta raggi di luce bianca fino a 32 miglia nautiche.

Si prosegue verso Offida è famosa per la laboriosa e paziente arte del merletto a tombolo, un’antica tradizione che si tramanda di generazione in generazione da almeno cinque secoli. Si può iniziare il tour dell’incantato borgo proprio ammirando l’incessante lavoro dei fuselli di legno nelle agili mani delle merlettaie. Lungo le vie del centro si trovano botteghe che vendono i pregiati lavori assistendo, spesso, anche alla loro realizzazione, con un sorprendente movimento incessante dei fuselli, con un intreccio di fili fissati da spilli. Se poi volete scoprire tutti i segreti allora non perdetevi il Museo del Merletto a Tombolo, all’interno dell’ottocentesco palazzo De Castellotti-Pagnanelli, che espone anche un abito indossato da Naomi Campbell. Costruito nel 1820 laddove una volta sorgeva l’antica Casa comunale di cui utilizza l’elegante portico quattrocentesco come facciata, Offida è posta su uno sperone roccioso, tra le valli del Tesino e del Tronto, ed il suo cuore è Piazza del Popolo, dall’insolita forma triangolare, sulla quale si affacciano edifici diversi per stile e materiale troviamo il Teatro Serpente Aureo, dalla pianta tipica dei teatri settecenteschi italiani, Sul proscenio, l’antico sipario dipinto da Giovanni Battista Magini, raffigurante la leggenda del mitico Serpente d’oro

Il viaggio prosegue passando per un lembo di Abruzzo, tocchiamo Ancarano situata tra la vallata del Tronto e la Val Vibrata che fu  un insediamento romano, vista la particolare e privilegiata posizione di “vedetta” sulla vallata del Tronto, sulla via Salaria ed in prossimità del fiume Vibrata. Da qui attraversando folignano giungiamo ad Ascoli Piceno, città fondata dall’omonima civiltà dei Piceni secoli prima che venisse fondata Roma. Ascoli Piceno, una città di torri, chiese, piazze e palazzi. La pietra, quindi, è protagonista del paesaggio: l’intero centro storico è stato costruito scolpendo i blocchi di travertino delle vicine cave del Piceno. Questo lo rende straordinariamente armonioso e uniforme, elegante ed accogliente. La sintesi di tutta questa bellezza si incontra in Piazza del Popolo, su cui affacciano la Chiesa di San Francesco, il Palazzo dei Capitani del Popoli, case medievali e portici. Considerata una delle piazze più belle d’Italia, Piazza del Popolo si contende il cuore degli ascolani con la vicina Piazza Arringo dove si trovano gli altri monumenti più importanti di Ascoli: il Palazzo dell’Arringo sede della Pinacoteca Civica, il Duomo di Sant’Emidio, il Battistero di San Giovanni e il Palazzo Episcopale con il Museo Diocesano. Città d’arte fuori dalle rotte turistiche più battute fagli italiani, Ascoli merita una visita anche per la tradizionale accoglienza marchigiana e una gastronomia eccellente.

Percorrendo una bella strada panoramica attraversando tutto il territorio piceno passando da  Rotella,  poi toccando Montalto delle Marche, Monte Rinaldo,  per poi dirigerci verso Monsanpietro Morico, fino a Montegiorgio per poi superare Mogliano e arriviamo  all’Abbadia di FIastra. Qui troviamo l’Abbazia di Chiaravalle di Fiastra che è una delle Abbazie cistercensi meglio conservate in Italia. La chiesa si presenta spoglia ed austera ed è quasi completamente costruita in laterizio, ma il complesso con i suoi ambienti pressoché intatti e ancora abitati dai monaci, offre ai tutti visitatori, abituali e non, la possibilità di partecipare alla vita religiosa e di immergersi in una suggestiva atmosfera di spiritualità, attiguo è il palazzo dei principi Giustiniani Bandini, che nel 1773 subentrarono ai monaci cistercensi nel possesso delle terre. L’abbazia è oggi sede della Riserva Naturale Abbadia di Fiastra, che copre 1825 ettari di terraSpostiamoci a Urbisaglia, l’antica “Urbs Salvia” fu una colonia e municipio romano, che domina la valle del Fiastra, cinta da mura, degna erede di quella lontana e gloriosa città romana, testimoniata nel Parco archeologico. Riconosciuto come Parco archeologico regionale nel 1994, si estende per circa 40 ettari ed è il più importante e spettacolare delle Marche. Nel paese attuale, fondato nel Medioevo sulla collina sovrastante, notevole è la Rocca, costruita tra il XIII e il XV sec., di forma trapezoidale con quattro torri e un mastio con merli ghibellini. Nei pressi si trova la Chiesa dell’Addolorata, con un portale di origine romana e affreschi del primo Cinquecento e la Collegiata di San Lorenzo, costruita tra il 1790 ed il 1812.

Riprendiamo la strada e attraveresiamo Serrapetrona, località nota per un suo vino tipico rosso, la Vernaccia, la cui produzione è consentita in un territorio molto circoscritto per arrivare alla tappa successiva, San Severino Marche. Qui sono numerose le chiese gotiche visibili in città e nel territorio, sia le opere lasciate dalla locale scuola pittorica che ebbe i suoi massimi esponenti nei fratelli Salimbeni e in Lorenzo d’Alessandro. Il cuore della città è la bellissima Piazza del Popolo, dalla caratteristica pianta ovale. Tra gli altri edifici si notano il Palazzo Servanzi Collio, in cotto e bugnato, e il cinquecentesco Palazzo dei Governatori, con la Torre dell’Orologio. La piazza custodisce il Teatro Feronia, il cui interno è in stile neoclassico.Osservando San Severino da lontano si nota subito l’imponente e meraviglioso Castello al Monte, che domina il territorio con la Torre Smeducci (pendente come quella di Pisa). Il complesso architettonico del Castello, sulla cima del Monte Nero, è annoverato fra i luoghi da vedere a San Severino Marche. Nelle vicinanze troviamo La fonte delle sette cannelle (XIII secolo) che prese il nome dal numero delle cannelle che la alimentavano. L’elegante costruzione con portico a due archi, poggianti in origine su colonne scanalate, fu rinnovata e restaurata più volte. Situato nella Valle dei Grilli incontriamo le grotte di Sant’Eustachio, l’edificio originario è stato dedicato a San Michele Arcangelo di Domora. Il monastero si distinse per la sua intensa attività ospitaliera, di alloggio dei viandanti e per i prodigi offerti dallo stillicidio dell’acqua delle grotte.

Proseguiremo ancora verso Matelica, di qui arrivia a Serra San Quirico, dove svoltiamo in direzione Arcevia, spartiacque tra la campagna collinare e i primi monti dell’Appennino Umbro-Marchigiano,  percorrendo una strada con una lunga teoria di curve si arriverà a Pergola, nellla Val Cesano per terminare il nostro itinerario a Fossombrone, nella media valle del Metauro.sul percorso dell’antica Via Flaminia

Fossombrone il cui nome deriva da Forum Sempronii, centro romano di epoca imperiale, è caratterizzato da un centro d’impronta medievale disteso sul pendio di un colle e dominato da una Cittadella e dai ruderi della Rocca malatestiana. Cuore del centro storico è Corso Garibaldi e il suo caratteristico doppio porticato chiamato “le logge” che si suddividono in logge dei ricchi e logge dei poveri., notevole la Casa Museo che si trova nel cinquecentesco Palazzo Pergamino.Si articola in venti sale di cui solo una d’arte antica le restanti contengono opere d’arte contemporanea e moderna dei migliori artisti italiani. Uno dei migliori esempi di barocco della zona, è la Chiesa  di San Filippo situata nel corso principale per la ricchezza di decorazioni custodite al suo interno. Si articola in venti sale di cui solo una d’arte antica le restanti contengono opere d’arte contemporanea e moderna dei migliori artisti italiani. E’ da visitare anche il  Parco archeologico Forum Sempronii dove gli scavi effettuati hanno portato alla luce parte della consolare Flaminia, numerosi edifici porticati, resti della cinta muraria, un edificio parzialmente adibito a terme ed un tratto del basolato romano. Un luogo magico che attrae fotografi ed appassionati è il Ponte della Concordia sul fiume Metauro che attraverso il suo riflesso, dona una rappresentazione poetica ed emozionante di Fossombrone. Risalente al 1792, si tratta di uno dei più lodati d’Italia per la semplicità del suo unico arco a tutto sesto

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